Millico illude, l'Avellino dilaga (1-3)

Foggia, 20 gennaio 2024. Il campionato del Foggia si complica gara dopo gara e anche l’Avellino, dopo il Taranto, “passeggia” allo Zaccheria e porta a casa i tre punti con il minimo sforzo (1-3). E’ la quarta sconfitta nelle ultime cinque gare e la penuria di punti conquistati ha fatto scivolare la compagine rossonera nella zona che scotta. La cura Coletti-Vacca non ha funzionato affatto. Ed anzi ha peggiorato le cose. Il tecnico canosino avrebbe dovuto capire sin da subito che non era il momento di fare esperimenti, né di dedicarsi tantomeno alla ricerca di un’espressione di gioco piacevole. Al Foggia serviva rialzarsi, riacquistare fiducia e compattarsi come squadra, per poter raggiungere, quanto prima, la quota salvezza. Poi, magari si poteva pensare al futuro ed eventualmente a costruire un gruppo idoneo alle sue idee. Invece niente di tutto ciò. Cambiando le idee di gioco e qualche uomo ha finito per mandare in tilt tutto il sistema. Non è bastata la sonora scoppola di Giugliano a far ricredere il tecnico che ha “bissato” la sua tattica suicida contro l’Avellino, secondo in classifica. Che, a dire il vero, pur non sembrando la corazzata in grado di poter vincere il torneo, ha svolto il più facile dei compitini grazie alla gentile concessione degli avversari. Solo un pazzo poteva pensare di poter avere la meglio sugli irpini schierando due mediani e tre mezze punte dietro al povero Santaniello. La gara il Foggia l’ha persa soprattutto lì a centrocampo dove Marino e Tascone sono stati travolti dal nutrito “pacchetto” centrale  ospite, anche perché Schenetti, Tonin e Millico non possiedono le caratteristiche tecniche da adattare al 4-2-3-1. Subissati nella zona nevralgica del campo, la sconfitta è maturata con una naturalezza estrema. La difesa è andata in “bambola” e man mano che passavano i minuti, anziché migliorare, la squadra è entrata in uno stato comatoso evidenziando l’incapacità e la lentezza nel dettare il più semplice passaggio ed un irritante assenza di mordente e mobilità. L’1-3 è anche riduttivo rispetto alle palle gol sprecate da Gori e compagni. Se non si corre ai ripari, affidando la conduzione tecnica ad un  “ALLENATORE” che suggerisca come e dove puntellare la squadra in base alle esigenze di adottare un sistema di gioco che possa permettere di mettere al sicuro la permanenza in C, per il Foggia il prosieguo del campionato potrà diventare un vero e proprio calvario. Nella sfida all’Avellino Coletti ha avuto a disposizione tutti i nuovi arrivati. E così Perina ha preso il posto di Nobile. Tascone inserito a centrocampo così come Millico e Santaniello in attacco. Come anticipavamo il Foggia ha cominciato la gara con l’approccio giusto anche se dalla lettura dell’undici iniziale ci si è spaventati. L’impostazione tattica con cui il Mister ha inteso affrontare la seconda della classe, ha destato più di qualche perplessità. La frenesia e la voglia di far bene ha portato però immediatamente i frutti, illudendo i diretti interessati. L’azione, tutta in velocità, innescata da Tonin con l’assist finale per Millico (4’) e la conclusione vincente che non ha lasciato scampo a Ghidotti. Sulle ali dell’entusiasmo i rossoneri hanno continuato a premere sull’acceleratore e Marino (11’) con un gran bolide dalla distanza ha costretto Ghidotti all’intervento risolutore per evitare il 2-0. Come dicevamo, il 4-2-3-1 non convinceva e, in effetti, non appena l’Avellino si è riorganizzato, ha messo il Foggia alle corde. Prima di tutto perché la squadra non è riuscita a mantenere le giuste distanze tra i reparti e poi anche perché i “tre” a ridosso dell’unica punta, non sono stati in grado di dar man forte al centrocampo. Col risultato che, ad ogni errore si concedeva la ripartenza agli avversari. Così dal possibile doppio vantaggio dei padroni di casa è arrivato puntuale il gol del pari. Dalla battuta del terzo calcio d’angolo, Cionek (13’), libero da marcatura, di testa ha insaccato la sfera  alla destra di Perina. Il Foggia ha provato a riportarsi in avanti con il tiro di Millico (17’) impreciso. L’Avellino ha capito che non doveva far altro che attendere un ulteriore errore dei rossoneri per colpire ancora. Infatti, sull’ennesimo pallone perso a centrocampo Gori (27’) si è presentato a tu per tu con Perina l’ha superato con un bel tiro imprendibile. Ribaltato il risultato, l’Avellino si è limitato ad amministrare la gara fino al duplice fischio del Sig. Emmanuele lasciando poco spazio agli avversari. Nel finale Santaniello (43’), da buona posizione,  ha calciato debolmente.  Nella ripresa l’Avellino è tornato in campo determinato a chiudere definitivamente i conti. Mentre il Foggia s’è smarrito completamente mostrando le lacune di ogni individualità. L’Avellino penetrava nell’area avversa con estrema facilità e Gori (9’) e Sgarbi (14’) sbagliavano palle gol facili facili. Inevitabilmente l’1-3 si è materializzato poco più tardi con la sgroppata nella prateria di Gori che ha servito al liberissimo Ricciardi (19’) la palla da appoggiare in rete. Il terzo gol ha stroncato definitivamente qualsiasi velleità dei rossoneri che da qui e sino al 96’ non sono riusciti a creare il minimo pericolo per la porta difesa da Ghidotti. Nemmeno l’ingresso delle forze fresche ha sortito qualche miglioramento. Anzi, la staticità di giovanotti di poco più di 20 anni, ha reso ancor più difficile la manovra, suscitando l’irritazione dello scarso pubblico presente. Nel finale poi ci ha pensato Embalo a “guarnire” la torta confezionata agli avversari, facendosi espellere per un’entrata assassina, a piedi uniti su un avversario. Peggio di così …

FOGGIA-AVELLINO 1-3

FOGGIA (4-2-3-1): Perina 5.5; Salines 5.5 (27’ st Vezzoni 5.5), Riccardi 5, Carillo 5, Rizzo 5; Marino 5 (27’ st Fiorini 5), Tascone 5.5 (37’ st Martini sv); Tonin 6, Schenetti 5, Millico 6; Santaniello 5 (10’ st Embalo 4). In panchina: De Simone, Nobile, Vacca, Pazienza, Antonacci, Agnelli, Odjer, Papazov, Rossi, Idrissou, Brancato. Allenatore: Coletti 4.5.

AVELLINO (3-4-3): Ghidotti 5.5; Cancellotti 6, Cionek 6.5, Rigione 6; Ricciardi 6.5, Armellino 6 (1’ st Varela 6), De Cristofaro 6, Palmiero 6, Tito 6; Sgarbi 6.5 (39’ st D’Angelo sv), Gori 6 (45’ st Marconi sv). In panchina: Pane, Pizzella, Russo, Mulè, Dall’Oglio, Llano, Liotti, Casarini. Allenatore: Pazienza 6.5.

ARBITRO: Emmanuele di Pisa 6.

RETI: 4’ pt  Millico, 13’ Cionek, 27’ Gori, 19’ st Ricciardi.

NOTE: serata gelida. Terreno in buone condizioni. Spettatori: 2.500 circa. Espulso Embalo al 40’ st per fallo da tergo. Ammoniti:  De Cristofaro, Marino, Tascone, Cionek, Ricciardi. Angoli: 5-4  per il Foggia. Recupero: 2’, 6’.

 
 
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